ALLEVAMENTO - TestudoSardinia

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ALLEVAMENTO


ALLEVAMENTO NATURALE

Luce solare e verdure di campo per una crescita sana e regolare.
L'allevamento è situato in un terreno di campagna suddiviso in ampi recinti dedicati per specie e sesso.
In essi, vivono e si riproducono in ambiente controllato:
- 2 maschi e 4 femmine di Testudo Marginata Sarda.
- 5 maschi e 15 femmine di Testudo Hermanni Hermanni (fenotipo sud-est Sardegna).
- 4 maschi e 6 femmine di Testudo Graeca Graeca (fenotipo centro Sardegna del Sinis).
In questi anni, questi esemplari riproduttori hanno generato circa 300 piccoli che crescono in maniera ottimale, grazie al clima favorevole della Sardegna.
Ciò è stato reso possibile dall'accuratezza riposta nel prendere in considerazione fattori importanti come la posizione ideale per l'assunzione dei raggi UVB del Sole (importantissimi per la sintesi della vitamina D che permettono l'assimilazione del calcio e quindi la crescita ossea), ripari ottimali senza fondo che isolano dalle gelate e garantiscono al contempo il contatto col terreno (specialmente durante il letargo) per l'umidità e la somministrazione di una adeguata alimentazione in termini qualitativi e quantitativi che dev'essere prettamente vegetariana: Cicoria, tarassaco, trifoglio nano, radicchio, indivia, ortica, portulaca, borragine, pale di opuntia inermis (fico d'india, varietà senza spine).
Le tartarughe sono animali prevalentemente erbivori, ma che non disdegnano in mancanza d'altro e sopratutto nei periodi di siccità, piccoli molluschi (lumachine), feci di animali come il coniglio, la lepre, il porcospino e altri mammiferi selvatici.
Assolutamente da evitare, anche se ne vanno ghiotte, l'alimentazione "casalinga" che ci hanno sempre tramandato i nostri nonni come la mortadella, il pane, la pastasciutta, il latte, la carne!
Tutti alimenti che fanno bene al nostro stomaco, anzi, al nostro palato ma che creano seri danni organici alle tartarughe come la MOM (malattia osseometabolica generata dalla mancanza di assimilazione della vitamina D per via di una insufficente esposizione solare che impedisce al rettile di assorbire i raggi UVB) che ne causa la piramidalizzazione del carapace causandogli danni irreparabili agli organi interni.
Appositi ripari ("tartarugai") protetti con della reticella, impediscono ai predatori come falchi, poiane, ratti e serpenti di attaccare le piccole che fino a che non calcificheranno sufficientemente il loro carapace, dovranno crescere per almeno 3 anni al riparo dai pericoli esterni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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